Viola Armellino usa il colore e la luce per creare lo stile eclettico e personale delle sue immagini.
Ha acquisito la passione per la fotografia essendo cresciuta nell’ambiente dello studio fotografico Armellino, precisamente da un padre fotografo di moda e da una madre truccatrice. Ha studiato scienze della comunicazione mentre lavorava come assistente stilista e assistente fotografo.
Dal 2005 ha lavorato per diverse riviste, marchi internazionali e celebrità come Cesare Paciotti, Borsalino, Collistar, Posh, Financial Times London, solo per citarne alcuni.

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Due generazioni di fotografi, anche il papà Peo Armellino è un importante fotografo del mondo del fashion mentre la mamma si specializza nel make up artistico. Ma come nasce o è stata trasmessa la passione per la fotografia e soprattutto per il ritratto?
La fotografia ha sempre fatto parte della mia vita, posso letteralmente dire di essere cresciuta sul set.
Di quello che vedevo trovavo attraente l’aspetto creativo e umano, era evidente che si trattava di un lavoro di gruppo tramite il quale sprigionare fervente fantasia ed estrosità.
L’idea di poter comunicare tramite immagini e poter esprimere la propria voce attraverso un mezzo di comunicazione muto e al contempo potente ed evocativo mi ha appassionata sin da ragazza.

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Lei ha lavorato per clienti del calibro di Cesare Paciotti, Borsalino, Collistar, Posh, Financial Times London, solo per citarne alcuni. C’è qualcosa che ancora non ha fatto e che vorrebbe fare per coronare una carriera già ricca di soddisfazioni?
Tutto. Mi piacerebbe poter fare tutto. Esplorare tutte le nuove frontiere del digitale, dei social media, vedere quello che non ho ancora visto e fare quello che non ho ancora fatto. Soprattutto non smettere mai di imparare perché la regola numero uno e non abituarsi a nulla.

Oltre a papà, quali sono le firme della fotografia che sono state di maggiore ispirazione?
Indubbiamente Guy Bourdin perché si tratta di un fotografo iconico degli anni settanta che ha mischiato in maniera schietta e sintetica due degli elementi a mio giudizio indispensabili in qualsiasi tipologia d’arte se non addirittura nella vita in generale. Si tratta di ironia e grinta, descritti con colori abbaglianti e senza paure, dando vita ad un glamour pungente, spiritoso, sorprendente e rappresentativo di un’intera epoca.
Rispetto agli inizi carriera, rivedendo le foto più datate, in cosa pensa di essere migliorata?
Immagino nelle capacità tecniche perché la passione e la creatività risalgono alle origini.

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Quali sono le doti che un bravo, una brava fotografa deve possedere?
A mio giudizio nessuna in particolare, credo che ognuno trovi la propria strada e i propri punti di forza, poi con pazienza lavora sugli aspetti migliorabili..
A me piacciono i gruppi di lavoro armonici: se il gruppo di lavoro è armonico si riflette sull’immagine realizzata. Tenuto conto del fatto che il fine di qualsiasi immagine (commerciale o editoriale) è quello di ispirare la vendita, è indispensabile che questa immagine venga realizzata in un clima positivo.
Un’immagine ben calibrata è artificio e onestà assieme, si tratta di rappresentare una realtà filtrata ma l’intenzione con cui si scatta traspare quasi integralmente.
Quindi potrei rispondere la capacità di lavorare bene da soli ma anche la capacità di lavorare bene con gli altri.
- Sito Web: www.violaarmellinio.it
- Instagram: violaarmellino
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